Charles Bradley, quando il talento (non) vende

Ieri sera prima di cena guardavo una serie su Netflix e qualcosa ha attirato la mia attenzione.
Cosa? Vi starete, forse, chiedendo.
Risposta: la sigla finale di una puntata di Suits.
Mentre giocavo con mia figlia è partito all’improvviso un brano soul alla Otis Redding e mi son messa a canticchiarlo. Ho capito subito che era una cover e che il pezzo in questione, meraviglioso, era Changes dei Black Sabbath.

Ho googlato “Changes soul” ed è comparso un uomo nerissimo, con uno sguardo stupendamente carico di vita: Charles Bradley.


La cosa meravigliosa della musica è che quando qualcosa di interessante incrocia il mio cammino, diventa parte del percorso.

Per me è così.

Io senza musica non esisto.

C’è stato un solo momento, circa 15 anni fa, in cui l’ho rinnegata, la musica.

Un tragico evento ha spazzato via tutto.

E non sono più riuscita a codificare le melodie.

Per un po’, solo per un po’.

Vi è mai successo? Spero di NO.

Chi è Charles Bradley?

stereorama charles bradley

Charles Bradley è innanzitutto una gran voce che per quasi tutta la sua vita nessuno ha avuto il piacere di ascoltare.

Pensate che ha inciso il suo primo disco a 63 anni!

63 anni: quest’uomo ha coltivato un sogno per un tempo allucinante, chiunque al suo posto avrebbe mollato, ma lui voleva cantare e ha tirato dritto sino al suo destino.

Raccontava spesso di aver avuto la folgorazione per la musica a 14 anni quando sua sorella lo portò all’Apollo Theatre a vedere un concerto di James Brown. Mica poco, Bradley ha avuto il suo battesimo del fuoco per mano del Reverendo!

Senza un tetto sopra la testa ha svolto numerosi lavori occasionali, tra questi una costante è stato il ruolo di imitatore di James Brown in pub e locali. Di fatto la sua è stata un’esistenza in miseria sin quando è diventato cuoco in un centro d’accoglienza per poveri e la sorte è cambiata.

Verso la fine degli anni ’90, ha consegnato una demo a Tom TNT Brenneck, capo della Daptone Records e nel 2011 ha pubblicato No time for dreaming, considerato da tutti un vero successo.

L’ascolto mentre scrivo e mi cattura.

Non conoscevo Charles Bradley sino a ieri sera ma avrei tanto voluto vederlo quando qualcuno, forse un fattorino, gli ha consegnato la prima copia di questo disco. L’artista è morto nel settembre 2017.

Un buon artista impara ad essere una persona migliore attraverso i propri cambiamenti. 

Preserva l’amore e l’onestà, crescendo e imparando a guardare il mondo senza essere pieno di odio. 

Ogni ferita lo guida verso qualcosa di più grande.

Questo è ciò che rende speciale un artista, un cantante: puoi sentire il dolore nella sua voce.

Puoi sentire l’amore nella sua voce. 

Charles Bradley

Prima o poi ogni cosa trova la sua collocazione, anche le ferite.
Le esperienze, le persone che incontriamo, sono tutte lì per un motivo. Ecco, quest’uomo è la testimonianza che determinazione e speranza possono cambiare l’ordine delle cose.

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