Intervista: Pussy Stomp e l'ep Superslut

La settimana scorsa ho contattato per un’intervista i PussyStomp, un super duo -composto da Skip Roberta e Buddy Chu Vanvera- di quelli che “preferiamo fare saletta più che salotto” e finalmente l’altro ieri mi è arrivato un sms:
“domani ti portiamo in un posto, ci stai?”, ovviamente ho risposto si.

Così son salita nel Doblò spaziosissimo di Buddy e Skip e sono stata rapita. La destinazione era nei pressi di Sanluri Stato una frazione di una frazione di un non-paesello in cui c’è solo un bar: San Michele. Location ideale, se non fosse per quel freddo polare, per bersi una birra in compagnia. Ho messo su il registratore e abbiamo chiacchierato di lavoro, lavatrici, strumenti musicali, Goonies ma soprattutto del loro primo Ep "Superslut" in uscita..

Ecco l'intervista: 
Io, R e V

Io: Quando uscirà il disco lo vorrei autografato!
V: Uscirà in cassetta!
R: Si
Io: Ho le audiocassette in macchina, me lo ascolterò a manetta!
R: Oggi ho ritrovato il mio walkman e tutt’ora ascolto musicassette, quindi quando ci è stata avanzata la proposta  di registrare su questo supporto abbiamo accettato alla grande! L’etichetta in questione è On two sides di Andrea Tramonte che ci ha proposto di pubblicare un Ep con 4 brani.
V: Inoltre sarà disponibile un download gratuito per chi acquisterà il nastro ma non avrà la possibilità di ascoltarlo direttamente. Abbiamo colto la proposta della Ontwosides  e pubblicheremo così l’Ep registrato allo Sleepwalkers Recording Studio di Gabriele Boi, al quale è seguito il mix che è stato fatto a Ferrara, all’NHQ di Max Stirner.
Io: Perché questo nome e poi.. come create le canzoni?
R: Il nostro nome nasce da una canzone dei Pussy Galore, gruppo  pre-Blues Explosion di Jon Spencer, moglie e compagnia cantante, che ci fa particolarmente ridere e ha un bel suono, poi ci piace l’idea di stomp inteso come stomping blues.
V: I brani son venuti su con molta spontaneità: ognuno porta il suo e la ricetta è pressoché pronta.  
Io: Come nascono i PussyStomp? Innanzi tutto siete in due..
R: Noi due alla chitarra, basso e voce più la drum machine. In realtà il progetto è nato proprio dall’acquisto di questo aggeggio  con il quale ci siamo messi subito a giocare e che abbiamo trovato molto creativo, inoltre è meno “stressante” di un vero batterista: meno rotture, zero battute fredde e patemi d’animo, zero pacchi o ritardi e  una precisione metronomica!
Io: Come mai la drum machine?
R: All’inizio abbiamo avuto il dubbio se fosse il caso o meno di avere un batterista in carne e ossa
V: … e tuttora qualcuno ci dice che se ne avverte la mancanza, forse a livello visivo. Però non vogliamo accettare questo compromesso. Diversi gruppi celebri come i Soft Cell e i Suicide o i più recenti Kills, che usavano la drum machine, avrebbero perso una peculiarità del loro sound se avessero ripiegato su un drummer vero. Sono scelte artistiche e lo dice uno che ha iniziato proprio come batterista.
Io: Mi piace questo suono che tirate fuori, in alcuni pezzi-forse non lo sapete-, alla drum machine avete Phil Collins in stile Genesis anni 80’, il suono che vien fuori non è utilizzato da 30 anni, voi invece..
V: Ci piace la batteria spiccatamente elettronica, magari un po’ vintage.  Insomma anche se non c’è un batterista in carne e ossa, abbiamo riesumato la semplicità dei tempi tipica di quel decennio e quindi vai cassa e vai di rullante, non siam qui a fare ambient.
R: La nostra è una DR-880 Roland,usata anche dai Big Black di Steve Albini. Fa il suo lavoro, si presenta sempre alle prove, non perde le bacchette strada facendo ecc..
Io: Inoltre vivete assieme quindi  immagino sia stato interessante non dover dipendere da una terza persona.
R: Pussy Stomp è nato come progetto casalingo, senza volerci speculare su. Poi ci siamo resi conto che la cosa ci piaceva quindi perché non farla uscire dalle mura domestiche?
Io: Mi son piaciuti moltissimo i vostri video…
R, V: Sono “artigianali” e molto ironici.
V: Qualcuno può trovare quello di Vampire inquietante, invece, come la canzone stessa, è carico di ironia. Il testo parla di personaggi poco raccomandabili, i classici dell’horror per intenderci, e a nostro modo li abbiamo trasposti sul video in una veste volutamente goffa.
Io: il secondo video invece?
R: Super Slut, titolo che parte da un doppio senso: qualcuno probabilmente ricorderà Super Slot (un personaggio del film Goonies ). Giocando col suo nome siamo arrivati a Superslut (vedi: super sgualdrina), ci piaceva il doppio senso e il suono nel refrain e l’abbiamo tenuto! Abbiamo anche scoperto tanti insospettabili fanatici dei Goonies..
V: Il video è stato fatto in casa con un proiettore che ci ha permesso di proiettare le luci e il logo. Qui c’è stato più lavoro sui “costumi” e una maggiore attenzione in fase di post produzione. Laddove per post produzione intendo combattere con Windows Movie Maker su un computer che non disdegna il piantarsi!
Io: Torniamo alla musica, oltre le 4 tracce presenti sull’ EP avete già del materiale pronto  per il disco o ci state ancora lavorando?
R:Abbiamo le bozze, home recordings, vorremmo registrarle in estate per far uscire il disco in autunno.
V:  Vorremmo chiudere il capitolo sin qui scritto con un disco di 10 tracce,  che speriamo di poter pubblicare in vinile, anche se il progetto è più costoso dal punto di vista finanziario rispetto alla cassetta o al CD. Ma è il sogno di una vita dopotutto: perché smettere di inseguirlo?
Io: oggi è un po’ cambiato il ruolo dell’artista rispetto a prima?
R: Oggi viene richiesto un ruolo multi tasking  un po’ in tutti i settori tipico di questa società di m…oderne vedute. quindi devi saperti gestire su più fronti: qualità e scelta dei suoni, booking , estetica. Il formato dei talent oggi crea un prodotto pronto da scongelare, e questo vizia gli occhi e le orecchie degli ascoltatori..
V: Le impigrisce
R: forse 30 anni fa potevano salire sul palco i Suicide, proporre la loro musica, prendersi qualche sediata e
bottigliata in testa, magari, ma venire comunque ascoltati e ricordati. Forse prima c’era un orecchio diverso..
V: Di sicuro c’era più coraggio. Ora più che mai la musica è sinonimo di commercio, forse prima c’era più libertà, oggi devi fare tutto da te, senza escludere  anche un’eventuale autoproduzione. E non è manco detto che i dischi li si venda!
Io: Visto che parliamo di autoproduzione, il merchandising della band dei Pussystomp potrebbe essere prodotto da R. visto che è una maga del cucito..
R: A breve stamperemo qualche maglietta con grafiche create in casa. Avremo anche delle Pussy Bags, borse in cotone cucite a mano. Tornando al discorso del commercio, è molto bello poter avere qualcuno che invece si occupi di booking e ufficio stampa.
Io: Un po’ il manager?
V: Una sorta. O meglio qualcuno che si appassioni a questa attività con una particolare inclinazione al lato organizzativo e burocratico. Per fortuna ci son tanti ragazzi con questa propensione!
R: Secondo noi è comunque di grande aiuto una persona esterna/interna al gruppo che si occupi solo della parte promozionale, anche se l’etichetta ha fortunatamente qualche collaboratore in questo senso.
Io: Prossime date?
V: Il 7 Giugno saremo a Sassari, al Dehor, mentre la cassetta uscirà non prima della fine del mese prossimo.
Io: Dove è possibile contattarvi?
V: Per ora siamo presenti solo su youtube;  in seguito alla pubblicazione dell’ep  apriremo, probabilmente una pagina Facebook e una su Soundcloud. Comunque ci trovate sempre su youtube. Potete contattarci là.
R: Essere fuori dall'ambiente social network è forse sui generis, con i tempi che corrono. La nostra assenza non nasce per questioni di snobismo ma più che altro perché siamo nati come un progetto casalingo e non c’è stata immediata necessità della dimensione social; in fondo la vita reale è fatta di asfalto e di chilometri da fare ed è bello che sia la vita vera ad affacciarsi in una vetrina virtuale e non il contrario. A noi  come a tutti i musicisti, interessa suonare, fare concerti, parlare con il pubblico, sentirne opinioni e consigli.  Meglio avere un po’ di sostanza da promuovere, prima di lanciarsi su internet, a costo di fare concerti anche dove non ti caga nessuno o dove magari non vendi un disco.  
Io: Oggi la dimensione social pare arrivare prima della sostanza di cui è composto un gruppo
R: esatto.
V: in realtà  siamo forse anche un po’ pigri; di certo quando avremo qualcosa di concreto tra le mani useremo tutti gli strumenti che internet ci offre, per ora preferiamo fare saletta piuttosto che salotto.

Musica fatta consapevolmente da una band che macina km di asfalto e suda ancora in saletta; i Pussy Stomp son persone che ascoltano musicassette non perché fa figo ma semplicemente perché l’hanno sempre fatto; nel loro “Credo” la musica viene prima di tutto: social network, promozione e quant’altro sono cose secondarie, loro hanno i piedi saldi alla terra e la testa tra le nuvole.

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Nb: ringrazio Alessandro Loddi per le foto. 



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