Intervista: Small Prey tra musica e moda

Irene, bellissima fotografa spagnola, ha incontrato Raffaele, musicista italiano, qualche tempo fa, insieme si occupano di musica, fotografia, tatuaggi e abbigliamento d'epoca. Il mese scorso sono stata a Berlino per assistere a due concerti assieme a Stuch e abbiamo approfittato dell'occasione per trascorrere una piacevole serata in loro compagnia.

Come vi siete incontrati e come è nato il duo Small Prey?
Ci siamo incontrati a Barcellona dove entrambi vivevamo quattro anni fa ormai.. abbiamo iniziato a duettare dopo cena in balcone, tra un bicchiere di vino e una sigaretta, per poi trasferirci a Berlino dove abbiamo trovato lo spazio per costruire un progetto più ambizioso e concreto.

Poi è arrivato il disco..
Il disco è stato il risultato del primo anno e mezzo di lavoro, inizialmente la band era più estesa con una mezza batteria suonata in piedi, due chitarre e synth. Due buoni amici come Luigi Zoccheddu (ex June, ora The Allers) e Stefano Calisti da cui ci siamo separati per trovare una dimensione più personale usando una drum machine e riducendo la strumentazione a chitarra-synth-voce.

Irene, oltre la musica ti occupi di fotografia, me ne vuoi parlare?
Faccio fotografia da quando ero piccolissima, è una delle mie grandi passioni e anche il mio principale lavoro. Puoi dargli un'occhiata qui: Irene de la Selva, il mio lavoro parla per se. 

Irene de la Selva, Galaxy
Raffaele tu sei da sempre musicista ma da qualche tempo, tra le altre cose, sei diventato anche un tatuatore…
Da qualche anno a questa parte sentivo il bisogno di ritornare al disegno e alla pittura, iniziare a tatuare è stata più una scusa per rimettermi lavorare in maniera metodica. Sono un fanatico dell'iconografia americana e dell'esoterismo che cerco di rivedere in chiave pop attraverso i miei flash.

Le vostre passioni però non finiscono qui, oltre alla parallela esperienza come dj, avete recentemente aperto a Berlino un negozio di Vintage Clothing chiamato “Voyage vertical showroom”. Come è nata l’idea e a chi è rivolta?
Sia Irene che io abbiamo sempre avuto la passione per l'abbigliamento d'epoca e "vintage" più in generale. Lo abbiamo sempre prediletto nel nostro guardaroba e spesso collezionato. Qui a Berlino abbiamo incontrato una coppia di amici con la nostra stessa passione, Nicola Gomero e Majla Stasi, così abbiamo deciso di metter su questo showroom dove esponiamo e vendiamo capi che vanno dal 1800 agli anni novanta. Per farvi un'idea visiva: Showroom vertical

Cos’è l’essenza della moda e dello stile?
Il concetto di moda e stile cambiano di epoca in epoca. Noi oggi viviamo sommersi nella banalità più estrema, questo fenomeno si è venuto a creare alla fine degli anni sessanta con la produzione globale di tessuto. Il risultato? Tessuti sempre meno resistenti, pregiati, duraturi. Tutto merito dei pubblicitari che sono riusciti a inculcare che abbiamo bisogno di Nike, non di scarpe.Mentre fino agli anni '50 esisteva ancora un'idea di stile radicata nella cultura geografica di chi vestiva. E, a parte i ricchi e il clero, la gente portava un abito per tutta la vita anche perché la qualità del tessuto e della confezione glielo permetteva.Oggi la gente è libera da questa pressione sociale ma allo stesso tempo è appiattita su idee che non appartengono a nessun altro che alle multinazionali.
Secondo voi come è messo il “Mondo dell’Arte” oggi, (mi riferisco sia agli artisti che  alla diffusione dell’arte e alla sinergia con i fruitori)?
Il “Mondo dell’Arte" è una chimera, esistono artisti che producono opere d'arte e si possono chiamare artisti a prescindere che vendano o meno. Il “Mondo dell’Arte" invece è solo un supermercato dove Beckam e il Papa fanno shopping e noi non abbiamo niente a che fare con questo mondo. Abbiamo passato tutta la nostra vita (e così continueremo a fare) producendo arte e fruendo dell'arte che ci piace, l'ufficialità è un concetto altro rispetto all'arte come la intendiamo noi, siamo attratti più da un'arte che è attitudine che a un lavoro artistico materiale.

Avete vissuto in Spagna e ora a Berlino, che aria si respira in Germania, si sente dire che c’è un gran fermento, è davvero così?
Il fermento, ancora una volta, l'hanno creato i palazzinari. Ricordi l'anno scorso quante volte hanno parlato di Berlino in TV e sui giornali? Hanno venduto appartamenti a non finire a poveri disgraziati che credevano di fare l'affare della loro vita. Si son dimenticati, ovviamente, di dire che la disoccupazione Berlinese (giovanile e non) è superiore a qualsiasi capitale europea.

Irene mi hai descritto la Sardegna come un luogo in cui perdi la concezione del tempo e ti dimentichi di ciò che devi fare.. me ne vuoi parlare?
La Sardegna è un luogo mistico e ancestrale dove ritrovo sempre una connessione col mio io più primitivo e umano. Posti come Piscinas sono dei mausolei per la mia ricerca sia artistica che interiore.

Che progetti avete in cantiere?
Un nuovo disco nei prossimi due anni e viaggiare il più possibile!
Creatività, passione e movimento sono le parole che descrivono il lavoro di Raffele e Irene, se passate a Berlino fate un salto nel loro showroom!

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