Indie-mai, epopea di una parola senza senso

Premessa: Questo post è fermo da 6 lunghi mesi. Lo leggo, lo rileggo e ogni volta non riesco a pubblicarlo perché mi imbarazza. Si, io mi imbarazzo a parlare di musica "Indie"; la cosa è più forte di me ma oggi vorrei vincere la timidezza e condividere questa cosa con voi. 

"Welà, ciao hai sentito i Buti Buti, hanno fatto un disco da paura!" 
"No. Che genere fanno?"
"Sono Indie"
"..."
IndieLa prima volta che ho sentito la parola "Indie" era forse il 2006, ricordo ancora la scena: ero a casa di

un' amica, A. Entrambe siamo sempre state attente alle novità musicali ma le nostre ricerche sono diverse; per dirla tutta io e lei non ci frequentiamo più, era una di quelle amicizie di passaggio, un'amichetta di scuola, però era molto simpatica anche se non ricordo nessuna sua battuta..
Comunque, ero a casa sua e nella tavolata, mentre si parlava di nuove uscite discografiche, lei disse,"Bhe si questo gruppo è proprio figo, è molto Indie". A quel punto le chiesi "Indie? Che roba è?" E mi spiegò che Indie significa prodotto da un'etichetta indipendente, non major. A quel punto ribattei: "Che tu t'ascolti l'etichetta? Ma che senso ha definire un artista in base all' appartenenza a una più o meno famosa etichetta?" Lei rispose che è una cosa importante e  infine il suo discorso si concluse affermando che ero un passo indietro a lei. Cosa probabile. 

Major music
Il fatto è che forse la buona musica non ha tanto a che fare con le etichette che la producono o forse si. Di certo alcune fanno la differenza e hanno all'attivo una bella sfilza di nomi interessanti; tra queste certe sono piccole realtà con buon gusto musicale. Però, dico io, Elisa mi piace innanzitutto in quanto Artista o in base all'etichetta che collabora con lei? E se poi un'etichetta Indie, proprio quella del mio vicino di casa, domani sfonda e diventa major, che faccio, non ascolto più quelle robe commerciali?
In tutto questo vorrei precisare che apprezzo il lavoro svolto dalle piccole etichette come alternative ai grandi colossi, stesso disorso per le piccole case editrici. Non sono contraria a nessun tipo di promozione, esistono anche organizzazioni come il m.e.i che aiutano nell'autopromozione e devono sopravvivere (alcune voci parlano della sua imminente chiusura), vedo solo slegato il mio gusto personale dall'etichetta che produce un artista. In effetti un disco piace o non piace Indi-pendentemente da chi lo produce.

Carlo conti Indie
Ricapitoliamo Indie significa prodotto senza Major, autoprodotto o affiliato a piccole case discografiche, poi se tu suoni Heavy Metal o Folk americano con tanto di Banjo e armonica poco importa;  la cosa fondamentale è che non ti producano la Sony o la Atlantic. Aspetta allora gli Stones sono Indie, no? Ma certo, loro si autoproducono dal 1971, allora anche i Beatles con la Apple lo erano!
Sono un po' imbarazzata ad aver scritto questo post perché suona molto Indie... 

Sono GRADITISSIMI i commenti di qualsiasi tipo, perchè magari mi sfugge qualcosa, non ho capito proprio o ci ho preso in pieno.  Insomma ditemi la vostra!



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