Bob Dylan, la collezione in vinili 180 grammi!

Stamattina ho ricevuto un bellissimo regalo di natale anticipato: 2 dischi di Bob Dylan! La mia storia con il menestrello è di vecchia data, pensate che a 12 anni feci una cover a 2 voci del pezzo The Times They Are a-Changin con mio padre e un’amica di famiglia per esibirci davanti a tutti i loro amici (dovrei ancora avere un video da qualche parte)! Che altro aggiungere? Un Sacco di cose!

l primo disco di cui scriverò oggi è il suo secondo lavoro, The Freewheelin’ uscito nel 1963. A quel tempo Robert Zimmerman, in arte Bob Dylan, aveva quasi 21 anni e il suo sogno nel cassetto era fare il musicista.

Dopo aver dedicato tutta la sua giovane vita al suo sogno e con un primo disco un po’ caotico alle spalle, si era recentemente trasferito a New York per conoscere il suo idolo, Woody Guthrie, che incontrò ricoverato in un ospedale del New Jersey.

Lo avvicinò, gli regalò le sigarette, diventò suo amico.

All’epoca funzionava ancora così!

Come tutti gli artisti, anche Robert stava muovendo i primi passi alla ricerca della sua identità tra cover e i primi pezzi scritti, per strada, con la sua chitarra acustica e l’armonica a bocca. Al Greenwich Village si era affermato in una piccola comunità di artisti e spesso per descriversi si paragonava al vagabondo di Charlie Chaplin; la sua voce gracchiante, difficile all’ascolto, inconsueta ma inconfondibile divenne il suo tratto distintivo.

Tra i pezzi composti in questo periodo compare Blowin’ in the wind in cui il testo profondissimo, già al primo ascolto, sembra un classico. Chiunque abbia la fortuna di sentirlo non può rimanere insensibile al suo messaggio così potente e fresco.

Questo era il suo momento.

Bob iniziò così a dedicarsi sempre più alla scrittura, imponendosi come narratore, scrivendo delle cose che accadono, dei fatti di cronaca. Scriveva del cambiamento in atto, che cavalcò senza timore diventandone il più illustre portavoce come in Oxford town che racconta di James Meredith, il primo studente universitario di colore che nel 1962 si iscrisse alla University of Mississippi e per entrare a scuola fu scortato da 500 soldati inviati da Robert Kennedy.

L’album uscì nel maggio 1963, la celebre copertina ritrae il cantante che cammina nel Village mentre tiene sottobraccio la donna che lo ha ispirato.  Joan Baez lo invitò sul palco del festival di Monterey e “Blowin’ in the wind” arrivò al secondo posto in classifica. In luglio Dylan salì sul palco del Newport Festival che lo lanciò definitivamente nell’olimpo dei Grandi Nomi della musica internazionale.

Ma qui comincia un altro capitolo.

Il secondo vinile che ho ricevuto in dono è proprio The Times They Are a-Changin.

La storia del vinile è a dir poco leggendaria. Innanzitutto questo è un disco incredibilmente crudo, intimo e in secondo luogo racconta il periodo, difficilissimo, in cui è stato creato: gli anni ‘60 in America che sono stati un momento di scontro molto tesi e complicati.

Inciso fra l’estate e l’autunno del 1963 e pubblicato nel gennaio del 1964 The Times è senza alcun dubbio il suo disco più politicizzato in cui la musica, asciutta e ipnotica, viene utilizzata per narrare episodi di cronaca e raccontare tempi migliori, quelli del cambiamento.

The Times They Are a-Changin va dritto come un proiettile in tutta la sua disarmante semplicità.

Grazie alla sua esibizione al Newport Festival, nell’agosto del ’63, al momento dell’uscita del disco si era già fatto un nome.

Proprio la canzone che dà il titolo al disco è un’autentica e inequivocabile presa di posizione contro il vecchio establishment “Se non riuscite a stare al passo coi tempi lasciate spazio ai giovani, alle nuove idee, i tempi stanno cambiando”. In pratica, quasi tutti pezzi dell’album, raccontano storie con risvolti drammatici come “Ballad of Hollis Brown”, in cui un’uomo piegato dalle privazioni uccide tutta la sua famiglia prima di commettere suicidio. Una storia vera, un fatto di cronaca che viene raccontato tenendo l’ascoltatore incollato al giradischi. Tutti i brani prendono e non lasciano l’ascoltatore finché la puntina non inizia a solcare un nuovo pezzo che a sua volta rapisce e cattura.

Anche la copertina, un’ essenziale bianco e nero, è impreziosita nel retro e nell’inserto da una serie di poesie di Dylan dal titolo “11 outlined epitaphs”. Questo vinile è STORIA, pensate che guadagnò il disco d’oro, negli Stati Uniti raggiunse il ventesimo posto e in Inghilterra si piazzò in quarta posizione.

Ho scoperto con piacere che i due dischi di Dylan ricevuti in dono sono parte di una collezione della De Agostini che ha deciso di ristampare ben 41 suoi vinili.

BOB DYLAN VINYL COLLECTION

UNA COLLEZIONE UNICA CON 41 ALBUM in vinili 180 gr

De Agostini presenta la nuova collezione di vinili dedicata a Bob Dylan, il menestrello che ha cambiato la storia della musica in una collezione di vinili 180 grammi.L’imperdibile collezione ripercorre le tappe della carriera musicale del poeta e cantautore dalla sua città natale, Duluth (Minnesota), all’approdo a New York e al successo mondiale, tra rock, blues, folk e ballate popolari, il tutto rimescolato nel turbine degli anni ‘60 e del sentimento della controcultura.

La collana di 41 album si apre con la prima uscita The Times They Are A-Changin’ (1964), che vede l’artista severo e impegnato al culmine della “protesta”, e prosegue passando per le svolte elettriche degli anni ‘60, i suoni morbidi e folk dei ’70 e la maturità solenne, autentica e struggente degli ultimi anni.

La voce inconfondibile che ha ispirato intere generazioni e ha segnato per sempre la storia della musica. Dalle origini folk tra le strade del Greenwich Village degli anni ’60 alle trasformazioni di una carriera fatta di parole visionarie, rivoluzioni sonore, tour interminabili e leggendari e lo sconfinamento nel mondo del cinema e della letteratura. Folk, Blues, Rock… riscopri la storia e la musica del cantautore che ha rivoluzionato per sempre il modo di vivere e considerare la musica. Cantautore, poeta, profeta, leggenda… impossibile definirlo con una sola parola.

Lasciati travolgere, Like A Rolling Stone!

Ho deciso che, da appassionata di vinili e di Dylan, proseguirò con l’acquistio di tutti i vinili. Consiglio a tutti gli amanti della buona musica e in particolare di Robert Zimmerman, di fare un piccolo investimento per arricchire le vostre collezioni!

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