Storia breve e incompleta del Progressive Rock in Sardegna - Seconda parte

banco del mutuo soccorso storia del progressiveUn guest post sul progressive in Sardegna potrebbe sembrare fantascienza, invece no. Nicola Sulas, appassionato di musica Progessive e redattore della webzine Arlequins con un'interessante lente di ingrandimento ci porterà alla scoperta del progressive in Sardegna. La seconda parte del viaggio ci porta nel 1975 e termina nel 1980.
Epoca intermedia
Sebbene l'era del Prog italiano non sia ancora finita, nel 1975 si inizia ad avvertire aria di cambiamento. Le band più importanti iniziano a cercare nuove strade, con Le Orme che si "americanizzano", alleggerendo e adeguando il proprio sound in "Smogmagica", la PFM che, dopo il tour negli Stati Uniti ed il relativo live, tenta la strada dell'internazionalizzazione totale con "Chocolate Kings" ed il Banco che pubblica per la Manticore di Keith Emerson e Greg Lake un album contenente in prevalenza  vecchi brani riarrangiati e cantati in inglese. Trip e Osanna non esistono più, i New Trolls sono divisi tra le loro varie incarnazioni in attesa di riunirsi per dare un seguito a "Concerto Grosso" e resiste "Il volo", che da alle stampe il secondo e ultimo album. Riescono ancora a farsi notare le band il cui sound è maggiormente orientato verso territori Jazz-Rock: Area, Perigeo, Napoli Centrale, Arti & Mestieri.
 In Sardegna, per qualche anno, non vengono pubblicati dischi, ma i Salis continuano imperterriti a girare per le piazze con una formazione orfana di Francesco che comprende anche Pino Martini e Salvatore Garau, successivamente entrambi negli Stormy Six. Del periodo rimangono alcune registrazioni inedite (ascoltabili in parte nei post del gruppo Facebook dedicato ai Salis), sorprendenti per qualità e tipologia, essendo costituite da composizioni prevalentemente strumentali pesantemente orientate ad un Jazz-Rock progressivo intriso di elementi riconducibili al Folk sardo e improntate ad una ricerca verso nuove forme espressive, con alcune anticipazioni di quello che verrà creato pochi anni dopo nel movimento artistico-musicale del Rock In Opposition (RIO). Di queste registrazioni effettuate in sala prove non verrà mai realizzata una versione destinata alla pubblicazione. Gli appassionati più interessati alle forme musicali di ricerca dell'epoca non verranno quindi mai a conoscenza della finalmente acquisita maturità progressiva dei Salis e di Tonietto, la cui storia è comunque ancora lontana dell'essere conclusa.
I cadmo progressiveIl Progressive nel 1977 è sottoposto agli attacchi portati dal disimpegno musicale, tanto che secondo molti è già morto, abbattuto dai giri di tre accordi del Punk e dalla faciloneria della Dance Music. In Italia, il numero di dischi pubblicati diminuisce drasticamente e le band storiche cercano definitivamente di adeguare il proprio stile al passare del tempo. "Storia o leggenda" delle Orme prosegue il graduale abbandono delle forme progressive, mentre la PFM si dedica spudoratamente al Jazz-Rock in "Jet lag". Tra i titoli minori che vengono pubblicati svetta su tutti "Forse le lucciole non si amano più" della Locanda delle fate, tanto splendido quanto fuori tempo per stile e musicalità.
Nel fermento sociale, politico e musicale, arriva dalla Sardegna un altro gruppo a farsi strada attraverso il caos creativo. I Cadmo sono un trio costituito da Antonello Salis (anche in questo caso, nessuna parentela con i fratelli di Santa Giusta), Riccardo Lai e Mario Paliano, impegnato nei territori impervi del Jazz-Rock, con enfasi pronunciata nel lato Jazz del genere. La strumentazione indicata nelle note dell'album "Boomerang", pianoforte, contrabbasso e batteria, non lascia dubbi a riguardo. Niente sintetizzatori, quindi, né chitarre e basso elettrici. Eppure la proposta va oltre quella del classico trio Jazz, dato che la componente di ricerca è molto presente nei quattro lunghi brani del disco (soprattutto in "Terra dimezzo"). Questo non può definirsi certamente prog, se non considerando un significato più ampio del termine, ma viene di norma considerato correlato al genere, insieme al successivo "Flying over Ortobene Mount on julyseventy-seven", che accentua l'aspetto jazzato della musica del trio. Antonello Salis avrà in seguito una brillante carriera a livello internazionale, fatta anche di collaborazioni con altri importanti artisti.
Salis & Salis ProgressiveIl Progressive puro torna a farsi sentire dalla Sardegna in un periodo in cui è ormai dimenticatofuori Dopo il buio la luce" taglia i ponti con i lavori precedenti dei Salis, rifiutando la forma canzone per proporre in prevalenza fantasiose composizioni strumentali. Si tratta di un album totalmente fuori da ogni logica commerciale e abbastanza lontano dall'idea di Progressive come musica pomposa e autoreferenziale che aleggia come uno spettro nel mondo del Rock. Francesco Salis si fa notare per una maggiore presenza compositiva (suoi la maggior parte dei brani, i restanti ad opera di Tonietto e del tastierista Lotta), la sua chitarra solista acquisisce spazi notevoli, finendo per caratterizzare i brani con linee melodiche e assoli di raro gusto. L'album spazia dal progressive tradizionale in stile Banco ad un rock intriso di sapori mediterranei e jazzati, con una ricchezza strumentale ed una cura per gli arrangiamenti che dimostrano la notevole professionalità dei musicisti. Solo la bellissima "Yankee go home", con la voce di Tonietto, sembra ricordare il tempo dei Salis autori di canzoni. "Dopo il buio la luce" passa inosservato, principalmente per il suo essere fuori contesto storico, e chiude in maniera definitiva l'avventura progressiva del gruppo. I Salis manterranno in seguito una dimensione regionale, pubblicando alcune musicassette negli anni ottanta e un ultimo album nel 2003. Il 2007 è l'anno tragico della scomparsa di Francesco, e con lui la Sardegna perde una persona, un artista e un chitarrista formidabile. Il comune di Santa Giusta, paese di provenienza dei due Salis, organizza da allora in poi a cadenza annuale un tributo al suo concittadino a cui partecipano vari protagonisti storici della musica sarda.
moda, e lo fa grazie ai soliti fratelli Salis e allo sconosciuto Pierpaolo Bibbò. Nel giro di due anni, tra il 1979 e il 1980, vengono pubblicati due album tra i più belli prodotti nell'isola. "
Bibbò progressive
A chiudere definitivamente quest'epoca è però il cagliaritano Pierpaolo Bibbò, con un album che si distacca abbastanza dal manierismo legato alla tradizione progressiva. Bibbò lavora per La Strega Records, occupandosi di produzioni musicali di band locali, e nel frattempo elabora il materiale destinato a far parte di "Diapason". L'album viene realizzato in buona parte in maniera naif ed artigianale, con l'aiuto di alcuni collaboratori, sopperendo con l'inventiva alla scarsità di  mezzi. Questo permette a Bibbò di  sperimentare in tutta libertà soluzioni originali, col risultato che suoni e arrangiamenti appaiono inusuali, come gli pseudo-synth, in realtà assenti, e le parti di chitarra solista registrate rallentate e poi accelerate. "Diapason", un concept avente come tema la ricerca interiore, dimostra la capacità di Bibbò di partire da strutture di base semplici composte da pochi accordi, e di espanderle e rimaneggiarle per ottenere una forma progressiva personale. Anche in questo caso si tratta di un lavoro dal successo commerciale limitato, che però troverà una dimensione di culto inizialmente grazie ai collezionisti e negli anni '90 per i semplici appassionati grazie alla ristampa su CD.
L'epoca storica del Rock Progressivo in Sardegna finisce con "Diapason". Gli anni '80 nell'isola vedono un fiorire di band e di generi: New Wave, Punk, Heavy Metal, Reggae e Pop-Rock. Il Prog sembra dimenticato, sepolto dalla voglia dei musicisti di sperimentare nuovi suoni e mode. Bisognerà aspettare il millennio successivo perché si pubblichino nuovi lavori.
Fine seconda parte
L'ultima puntata sarà pubblicata giovedì  27 novembre alle ore 23:59

Per chi non avesse ancora letto questa è la prima parte 1970-1975

Commenti